Referendum Eutanasia Legale
Pietas, tolleranza e coraggio etico: questo auspicava Walter Piludu nella sua lettera aperta ai politici scritta dalla “gabbia di cemento” che era diventato il suo corpo colpito dalla Sla, affinché legiferassero sull’eutanasia. Chiudeva – parafrasando Manzoni- con questa esortazione: “con juicio” ma “adelante”.
Era il 2014. Sette anni dopo l’Italia è ancora in attesa che il Parlamento realizzi una buona legge sul fine vita. Ora un primo passo per arrivarci è la raccolta di firme proposta dall’Associazione Luca Coscioni/Comitato Eutanasia Legale. Cinquecentomila, tante ne occorrono, da raccogliere in tutta Italia entro il 30 settembre, per promuovere un referendum nazionale. Obiettivo del referendum è la modifica dell’articolo 579 del codice penale, per la depenalizzazione parziale dell’omicidio del consenziente. Ciò aprirebbe la via alla cosiddetta “eutanasia attiva”, consentendo a chi soffre per una malattia grave e irreversibile di porre fine alla propria esistenza medicalmente assistito, pur se è una persona che sopravvive senza sostegno di macchine o terapie da poter rifiutare.
Un passo importante, verso una doverosa regolamentazione di tutti gli aspetti dell’autodeterminazione nel fine vita, che si potrà avere solo con una buona legge, che rimane l’obiettivo finale.
Oggi il referendum è un’occasione preziosa di mobilitazione delle coscienze, di riflessione su un tema altamente etico, quello di un fine vita dignitoso per tutti.
Un’occasione per dare a tutti i malati che non possono più aspettare l’attenzione che la politica ha loro negato. Un’occasione per rompere il silenzio del Parlamento e indurlo a legiferare.
L’Associazione Walter Piludu intende dare il suo contributo, affinché questa occasione non vada perduta.